Copertina libro - Canti a Buddha Dioniso

Perché i Canti sono a Buddha?

I canti sono a Buddha perché l'incontro con i suoi insegnamenti e le sue meditazioni rappresentano una svolta nella mia vita, conferendo a questa mia esistenza umana un senso profondo e sempre più chiaro, anche oltre questa stessa singola vita.

Mandala
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E' il mio corpo che per primo incontra gli insegnamenti del Buddha in un centro di Hatha Yoga, assumendo la posizione a gambe incrociate e seguendo le indicazioni preziose di Claudio Tantardini. Rilassando se stesso e le sue energie interne, il corpo permette alla mente di coltivare una visione meno distratta da quella ordinaria, e posso così contattare la qualità ineffabile, ma chiara, delle esperienze fisiche, delle sensazioni e delle emozioni che sorgono e si dissolvono in un movimento di trasformazione continuo. Tutto apparentemente semplice, niente di mirabolante, ma con l'effetto di una vera e propria bomba atomica sulla mia visione del mondo, tutta centrata sulla serietà delle sicurezze, sulla solidità delle condizioni acquisite o da acquisire, sulla certezza scontata dell'io che sta al centro.

In un breve e intenso ritiro di Vipassana secondo la tradizione Theravada, condotto da Mario Thanavaro, a cui partecipo, tocco con mano e stupore l'indissolubile inscindibilità di corpo e mente e la meditazione buddista diviene la mia finestra su di una realtà inedita, prima totalmente oscurata nella mia mente dalla fissazione sulla forza di volontà e sul pensiero utilitaristico.

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E' tuttavia nell'incontro con Claudio Naranjo e con la partecipazione al suo programma di trasformazione olistica psico-spirituale (S.A.T.: Seekers After Truth) che gli insegnamenti buddisti e la pratica meditativa diventano finalmente il sale quotidiano della mia giornata. L'amore ammirativo che immediatamente scatta nel mio cuore per il Maestro è l'energia profonda che conferisce alla mia pratica quella perseveranza entusiastica che sino a quel momento non si era pienamente espressa, dando continuità, approfondimento e graduale espansione alla consapevolezza del mio malessere, delle emozioni afflittive che lo producono e delle fissazioni mentali che lo strutturano. Claudio Naranjo, insieme a efficacissime pratiche di psicoterapia gestaltica e alla psicologia degli enneatipi, adotta il sentiero graduale del buddismo tibetano, introducendo quindi inizialmente agli insegnamenti e alle pratiche della Via Stretta (Hinayana) in cui si realizza la rinuncia alle cause del malessere e si aspira alla liberazione individuale. Successivamente, attraverso gli insegnamenti e le pratiche della Via Larga (Mahayana), si allarga l'orizzonte esistenziale alla necessità di superare ogni forma anche sottile di ego centrismo ed egoismo per aprirsi all'amore e alla compassione universale senza le quali non è possibile realizzare il completo risveglio. Nel terzo anno del programma SAT, Claudio Naranjo introduce ai sublimi insegnamenti e pratiche della Mahamudra attraverso le quali si maturano le condizioni per poter realizzare la consapevolezza primordiale.

Gradualmente maturano quindi le condizioni perché possa prendere consapevolmente e definitivamente rifugio nel Buddha, nei suoi insegnamenti e nella comunità dei suoi allievi più avanzati, così come un paziente si lascia visitare da un medico, seguendo poi le sue terapie e lasciandosi curare dai suoi assistenti.

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Inizio così a frequentare l'Istituto Lama Tzong Khapa, un centro internazionale di studi e meditazione della tradizione del Buddismo tibetano con sede a Pomaia (prov. di Pisa) dove seguo per oltre un decennio i corsi strutturati guidati dai Lama residenti. E' presso l'Istituto che incontro l'immensa potenza spirituale di Choden Rimpoche: non scambio con il Maestro nessuna parola, io non conosco la sua lingua e lui non conosce la mia, ma la sua mente entra in contatto con la mia, compare in un mio sogno e mi conferisce insegnamenti di una profondità abissale che solo l'estrema essenziale semplicità è in grado di raggiungere. Nessuno dei Canti della Notte sarebbe stato possibile senza quel contatto.

canto alla Grande Madre - Prajnaparamita

LA GRANDE MADRE – Prajnaparamita

Dall'oscuro sogno di notte intorno All'illuso sogno di luce del giorno Milioni di fiori in milioni di colori Sbocciano dal grembo tuo gravido Del vuoto abissale silenzio. La parola si svela eco tenue e fioco E ogni pensiero rivela molto poco Di un'ineffabile grazia che strazia Ogni muro, ogni confine. Quando ho visto che niente era da vedere In un attimo mi sono perso nello spazio Del tuo materno presente abbraccio. Adesso Il tuo corpo divino che ogni cosa pervade È il mio corpo tutto ciò che è da vedere Il tuo sacro suono che vibra in onde ampie E' la mia voce tutto ciò che è da sentire La tua mente chiara colma di beatitudine E' la mia mente in cui tutto è solo come è. Ed io non sono niente Solo amore puro che niente ama Solo desiderio puro che niente desidera Perché niente da sempre è tutto in te. Oh grande madre beata della tua passione, chiara di rabbia Vuota nell'immensità di terra e di cielo Fuori dall'adesso Torno al dolore estraneo al tuo calore. E mi trovo a inchinarmi fremente ai tuoi piedi A sciogliere il pianto di me e di chi ti ha perso A gioire dell'ebbrezza di una fuggevole carezza, finché mi trovo adesso completamente perso Di nuovo nel tuo divino materno abbraccio.

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