I Luoghi del Dharma

I Luoghi del Dharma

Una raccolta di poesie che esplorano i luoghi fisici e spirituali del percorso, dove il sacro e il quotidiano si incontrano, rivelando la profondità dell'esperienza del Dharma.

1. IL TEMPIO

Un muro deve cadere
per liberare il gioco.
Entro nel tempio e vedo
un attimo di tempo concluso
un ciclo intero di vita chiuso
un muro già abbattuto
un vocìo ormai muto.
Lo sguardo inerte
indugia sul punto
dove il muro
impediva la vista.
Il tempio in sordina è
materia concreta di vita,
il corpo
il nutrimento
il sapere del mondo
il potere esercitato
il potere accusato
il lato di vita in sorte
il lato zero della morte.
Ciò che sta per andare
ha la stessa intelligenza
di ciò che benedice
ha la stessa natura
di ciò che nasce.
Intelligenze antiche
si fossilizzano in
solide rigide forme
invecchiate e fuori
da ogni ragione sono
ataviche paure orfane
ormai di ogni minaccia.
Intelligenze vive dell'attimo
consapevoli di quel che è
perdono l'arroganza del padre
si fanno sapienza femminile
saper far per sé e gli altri
saper essere semplice
come ogni benedizione.
Oltre il tempo un legato
di dignità profonda
di fiducia che sa
che avere non può essere.
Fuori dal tempio
non è perso
il calore del fuoco
che brucia
sull'altare della vita.
Memorie antiche di miserie
si fanno compassione
amore per chi soffre
e ancora si arrabatta.
Ad essere sincero non so
cosa inizia e
cosa finisce
so solo che da terra bagnata
da lacrime di antichi dolori
germogliano sempre
i sorrisi dei bambini.

2. IL MERCATO DELLE VETTOVAGLIE

La luce accecante
del sole alto d'estate.
Oltre la soglia
l'ombra fresca
nello scuro degli occhi
confusi
l'odore caldo del pane.
Oltre il corridoio del pesce
la luce delle grandi vetrate
accende sul banco
il rosso del pesce cappone
il vivo argento dell'orata
l'elegante rosa del parago.
Tutt'intorno un brusio vociante
lieto come un canto.
Oltre l'atrio centrale verso
i banchi di marmo delle verdure
un carosello di verde, di giallo
e su tutto
l'arancio delle carote in mazzo
il rosso del cocomero aperto.
L'incontro è la ragione
del vecchio mercato
che nella calma attesa
si riflette flebile sulle
acque increspate del fosso.
Con te al mio fianco,
tra banchi e botteghe,
tra i mille colori
dei semi del civaiolo
e l'aroma tondo del caffè,
qualsiasi incontro
è già un sorriso.
Oltre me, oltre te.

3. LA CASA NEL MARE

Dagli anfratti di scoglio
del fondo azzurro esce
sinuosa la nera murena.
Con occhio acuto scorge
subacqueo il mio corpo
e ondulando sospesa
sale, sale dall'ombra
su, su mentre il giallo
maculato si illumina e
riflettono i denti d'ago
i raggi oramai dritti del
sole che buca le acque.
Sale, sale e si avvicina
grande che era piccina.
Sale, sale e si vela giocosa
la sua presenza minacciosa.
L'acqua mi appare adesso
fredda, pesa e limacciosa
tanto che un panico gelo
stende sul corpo il suo velo.
Non c'è fuga né difesa
in quell'acqua solida
che non concede resa.
Improvviso l'onirico
sguardo della medusa
apre svela e rivela
l'allucinata chiara verità
che sto galleggiando
nelle acque notturne
di un sogno in realtà.
Dalle fauci ormai
senza alcuna misura
del savio spietato serpente
consapevole mi lascio
divorare.
Dissolte nello spazio
aperto della coscienza
le immagini di sogno.
Nell'attimo rimane solo
una quiete beata.
Il risveglio.

4. IL RIFUGIO

Sulla scogliera bruna di arenaria
sopra all'onda e risacca del mare
il piccolo rifugio in pietra sembra
una giovane aquila nel suo nido.
Tamerici fiorite danzano nel vento
tutt'intorno fioriture di rosmarino
fremono d'azzurro sullo scoglio
e il cobalto del cielo bacia il mare.
Nel sibilo del vento e nel frusciare
cupo delle acque anche le rocce
brune e ruvide paiono sinuose
onde che si gonfiano e cadono.
Tutto sembra avere la natura
impermanente e fluida delle
acque che battono, scivolano,
avanzano e arretrano invano.
Lo spazio vuoto la dentro
alle pareti dell'unica stanza
del rifugio è il riflesso chiaro
sullo specchio dell'immenso.
Al centro della stanza vi è
un braciere acceso retto
da un tripode orecchiuto
dove crepitano le fiamme.
E' il fuoco che ha la voce
oscura dei versi della Pizia.
E' luce del fuoco che dà vita
al mistero chiaro della parola.
E' da ciò che la parola ormai
nasconde che nasce il dolore.
In quella stanza che è rifugio
lassù sopra il mare notturno,
che rifrange mille lune piene
sulla faccia persa del mondo,
anche le gambe del tripode,
anche le orecchie del tripode
paiono al cuore sinuose come
onde che si gonfiano e
al fine cadono.
Nel fuoco solo il silenzio
vive le parole.
Le parole del Dharma.

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